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martedì 28 febbraio 2012

Non esiste Ambiente senza Legalità

Oggi la parola "ambiente", un po’ come la parola “giovani” è utilizzata più come slogan, altre volte -la maggior parte- usata senza sapere di cosa si parla, immaginando paradisi celesti ma pensando solo ai propri affari che di ambientale hanno ben poco. Il significato di questa parola va al di là di contenuti strettamente legati alla pianificazione ambientale,
al monitoraggio e recupero di aree con evidenti problemi che vanno dai più semplici ai piùc omplessi, ecc... Ambiente è anche legalità e sviluppo economico, poiché fra ambiente e questi ultimi che ho citato vi è un intreccio che troppe volte è stato trascurato o non preso abbastanza in considerazione. Assistiamo, con un certo velo di vergogna a continuismottamenti, frane evitabili, edifici abusivi che senza controllo rimangono lì ad inquinare il nostro territorio. Un male diffuso, quello del consumo disumano del territorio che va assolutamente gestito in maniera diversa. Partendo da queste problematiche, che stanno alla base per uno sviluppo sostenibile e di una Green Economy efficiente, stabilire in che modo ambiente e e crescita economica sostenibile possono condividere uno spazio comune, intrecciarsi senza che vadano in conflitto fra di loro. Allora che cosa significa "ambiente" nel 2011 e nel 2012? Possiamo ancora parlare in termini di ecologismo estremo, lasciando inalterato il territorio perché la Natura non si tocca, oppure ambiente nel 2012
significa responsabilità, controllo e gestione delle risorse naturali? Come sarà il nostro territorio fra 30/40 anni ? È un problema questo da affrontare senza schemi passati, senza pensare a vecchi partiti politici che dell’ambientalismo populistico ne hanno fatto una bandiera, ma pensare in modo responsabile come l’ambiente possa integrarsi con
l’economia verde e con l’occupazione. Creare nuovi modelli di occupazione attraverso la ricerca di fonti rinnovabili, ridefinire nuovi accordi attraverso la concertazione fra i soggetti coinvolti: amministrazioni pubbliche e privati, aumentare la flessibilità dell’accordo, ovvero esser capaci di dettare delle linee guida fondamentali per un corretto uso del territorio, ma permettere anche al soggetto entrante di adattarsi secondo le proprie capacità e potenzialità, in modo da esprimere un livello quasi ottimale del suo operato. Parallelamente alla flessibilità organizzativa ed operativa credo che occorra stabilire quali, quante e in che modo il soggetto deve pagare delle tasse per l’inquinamento prodotto. Stabilire su quali criteri l’inquinatore deve rimediare all’inquinamento prodotto, ma allo stesso tempo, lo Stato o i soggetti competenti
promuovano incentivi volti al miglioramento delle tecnologie esistenti, alla ricerca, in modo da "incentivare" l’azienda a ridurre le emissioni prodotte, salvaguardando contemporaneamente l’ambiente e accrescendo contemporaneamente il potenziale dell’azienda stessa. Accanto a sviluppo sostenibile e green economy, bisogna tener sempre alta l’attenzione su una categoria ambientale: la scarsità. Una categoria da non sottovalutare, se vogliamo uno sviluppo e una economia verde efficiente. Stabilire, a mio parere le priorità su quelle che sono le risorse da utilizzare in modo responsabile, in
relazione alla scarsità relativa del prodotto stesso, ma anche rispetto al costo e alle variazioni di prezzo che esso può avere. Questo percorso verso un nuovo sviluppo sostenibile può avvenire se gli organi preposti controlleranno e analizzeranno minuziosamente tutti i procedimenti e tutte le azioni in totale legalità e trasparenza. Per questo credo che Futuro e Libertà abbia colto in pieno una discussione politica di importanza assoluta, futuristica, dove, come ho detto all’inizio, legalità, sviluppo economico e ambiente sono intensamente intrecciati fra di loro.

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