Cerca nel blog

giovedì 14 luglio 2011

Partirò da Mirabello per rilanciare il progetto FLI in tutta Italia

 «Credevo nel progetto di Fli e continuo a crederci anche adesso. I fatti lentamente ci stanno dando ragione. Non fummo cattivi profeti rispetto a quanto sta succedendo nel centrodestra guidato dal Pdl». Nessun ripensamento, nessuno sguardo all’indietro, nessuna voglia di interrompere la “traversata del deserto”. Gianfranco Fini, intervenendo all’inaugurazione della nuova sede nazionale di Futuro e libertà, è chiaro sugli obiettivi che intende perseguire nei prossimi mesi. La stella polare resta il progetto di un “nuovo centrodestra” distante dal Popolo della libertà targato Berlusconi.
A proposito di Pdl, il leader di Fli fa gli auguri ad Angelino Alfano, nominato segretario. Ma si chiede: «Se parla di partito degli onesti cosa fara' sulle richieste di arresto per due deputati del Pdl che pendono alla Camera? E un ministro della Repubblica accusato di reati gravissimi rimane ministro?», domanda riferendosi al caso di Saverio Romano, il “responsabile” promosso a titolare dell’Agricoltura.
Ma, prosegue Fini, ci sono anche segnali che gettano un barlume di speranza sul nostro “bipolarismo malato e muscolare”: ad esempio, «il senso di responsabilità mostrato dall'opposizione, che non ha presentato una contro-manovra finanziaria». Una pagina, questa, che non deve restare «solo una pagina di studio, che non rimanga solo un'eccezione, ma che, come accade in altri paesi, quando è in ballo l'interesse nazionale diventi la regola». Insomma, da lunedì – chiede il presidente della Camera - non bisogna ricominciare «con la delegittimazione perenne, con la sfida tra Orazi e Curiazi».
C’è anche un accenno alla polemica seguita alle parole di Fabio Granata, deputato di Fli, che non ha chiuso le porte a una possibile convergenza con l’Italia dei valori di Di Pietro. «Il principio della legalità – ha sottolineato Fini - è alla base della democrazia, e' bastato questo per parlare di alleanze. Ma le alleanze politiche si fanno sulla base dei programmi non su principi già previsti dalla Costituzione».
Infine una parola sulle defezioni dal partito (Urso, Ronchi, Scalia e oggi Collino): «Sapevamo che era una traversata nel deserto. Se poi qualcuno dei nostri si è fermato lungo il cammino, e non ce l'ha fatta, dico: non ti curar di loro ma guarda e passa... », ha concluso Fini.

Nessun commento: